Quanto costa cambiare operatore telefonico

Quanto costa cambiare operatore telefonico

Novembre 2, 2021 Off Di yh3ez38d

E’ più che normale domandarsi quali e quanti costi comporta cambiare operatore telefonico. A tale proposito, nella valutazione di quanto può costare il cambio di operatore insorgono tanti dubbi soprattutto in merito alle voci che riguardano penali e costi di disattivazione. Non sono certo aspetti da sottovalutare, tutt’altro. Le cose essenziali da fare, le prime in assoluto, sono: riprendere in mano il proprio contratto ed essere a conoscenza della normative prima di contattare il gestore che si intende lasciare. Non ha senso restare legati ad operatore che non offre più il servizio di cui si ha necessità. E’ possibile trovare il piano ideale o avvicinarsi ad esso, magari risparmiando rispetto a quanto pagato prima.  

Cominciamo con l’analisi della telefonia fissa

Cambio di operatore telefonico motivato da una richiesta dell’utente 

E’ quanto normalmente accade quando la domanda è stata presentata dall’utente a seguito di una sua esigenza e non da problematiche causate dal gestore. La motivazione più frequente è l’insoddisfazione per una tariffa alta rispetto agli stessi servizi proposti dalla concorrenza. 

Cosa stabilisce la normativa rispetto ai costi di trasferimento ad un altro operatore telefonico? 

Quando si è presa la decisione di passare ad altro operatore è importante tenere presente che i costi sono subordinati dalle linee guida stabilite da AGCOM, il garante delle comunicazioni a tutela dell’utente (800185060 da telefono fisso e 081750750 da cellulare oppure dall’estero, e-mail [email protected]), come segue.

Cerchiamo quindi di esaminare e fare chiarezza sui punti chiave, quelli che fanno scaturire la maggior parte dei dubbi sui temuti costi.     

Per la chiusura di servizi le compagnie telefoniche possono richiedere all’utente costi fissi di disdetta, spese amministrative, che devono comunque essere indicate nel contratto e motivate. Solitamente si aggirano intorno ad alcune decine di Euro tenendo comunque presente che il valore in questione non deve superare quanto pagato mensilmente.                                                                                                                                                                                                                                                              Ma fate attenzione, se nel contratto non sono riportati questi costi e l’operatore ne reclama il pagamento, si è in presenza di un tentativo di raggiro. L’utente non deve subire questo abuso in quanto sono in vigore le suddette norme stabilite dalll’autorità garante a tutela del consumatore.  

E’ frequente che il contratto in corso sia legato a un’offerta promozionale o a vincoli temporali, la cosiddetta “durata minima”. Se manca quindi poco tempo alla scadenza è consigliabile aspettare; in questo modo si eviteranno richieste di penali per recesso o chiusura anticipate, comunque non contemplate dalla normativa. 

Attenzione anche a quanto beneficiato come sconto promozionale all’attivazione del contratto che si intende chiudere. Se in quella fase se ne è usufruito, allora quando avviene il recesso anticipato l’operatore potrebbe richiedere (anche se illegittimamente) la restituzione degli importi relativi al periodo che manca alla conclusione del vincolo. Va sempre tenuto presente che la normativa concede all’operatore di essere unicamente risarcito degli oneri sostenuti per il passaggio dell’utente ad un altro operatore e non sono contemplate penali.  

E’ quindi importante conoscere i prorpi diritti che vengono tutelati sia dalla legge Bersani n.40 del 2007 che dalle delibere di Agcom che dichiarano illegittimi tutti i costi addebitati all’utente che non siano spese di trasferimento sopportate dall’operatore nella gestione della tratica di trasferimento ad altro operatore ed il pagamento di prodotti e servizi. 

Ci sono addebiti a cui non ci si può sottrarre in caso di trasferimento ad altro operatore telefonico?  

Si, ci sono. Si tratta di pagare o completare il pagamento relativo all’acquisto di prodotti, dispositivi e servizi inclusi nel contratto. Infatti è questa l’unica spesa per l’utente in caso di cambio operatore. Si può scegliere di saldare con un’unica soluzione ma è possibile anche continuare a pagare in modo rateizzato. Quello che comunque è certo è che non è possible evitare questa spesa. 

Analizziamo ora la telefonia mobile

Anche in questa sfera commerciale la motivazione che spinge al cambiamento è normalmente generate dalla presenza di una tariffa migliore proposta dalla concorrenza. Ma capita anche che l’utente non sia soddisfatto della copertura del segnale presente nella zona in cui vive o in cui si sposta più frequentemente. 

I contratti delle SIM vengono gestiti in modo diverso rispetto a quelli della telefonia fissa. Non sono infatti previsti costi di uscita da un operatore. Purtroppo se l’utente ha inizialmente stipulato un contratto con benefici economici legato ad un vincolo temporale, in tal caso cominciano i guai in quanto il gestore normalmente addebita una penale di recesso anticipato anche se questo non è contemplato nelle line guida del garante Agcom. Quindi tale addebito può essere contestato dimostrando all’operatore di essere a conoscenza della normativa. E’ possibile, anzi consigliato, richiedere un confronto diretto con la compagnia telefonica in questione presso una sede del Corecom, il comitato regionale per le comunicazioni (collegato ad Agcom), le cui sedi principali sono dislocate nei capoluoghi di provincia ma con la possibilità di recarsi anche in altri uffici più vicini all’utente.   

Se il cliente ha optato per acquisti rateizzati, ad esempio di smartphone o altri accessori e prodotti, il punto 31 delle linee guida di Agcom cita che ”l’operatore è tenuto a concedere agli utenti di scegliere fra il pagamento delle rate residue in un’unica soluzione o il rispetto della rateizzazione”.  

Al contrario dell’uscita dal contratto, il nuovo gestore di telefonia mobile può addebitare il costo di attivazione, a volte simbolico di 1 Euro, a volte fino a 30 Euro. E’ scontato dire di essere a conoscenza di questo aspetto prima di intraprendere qualsiasi iniziativa. Nel passare al nuovo operatore sarà da richiedere anche il trasferimento del credito residuo che generalmente appare nel giro di pochi giorni.

Cosa succede se è il vecchio operatore ad aver motivato la recessione dal contratto? 

Può capitare che il gestore introduca a sua discrezione aumenti contrattuali o stia preocurando ai clienti pesanti disservizi. Sono situazioni spiacevoli, non sempre possibili da accettare da parte dell’utente sia a livello economico che a livello pratico. In questi casi la richiesta di passare ad un altro operatore è indolore, non c’è infatti alcun costo fisso a carico del cliente.

In conclusione, gli utenti devono assicurarsi che gli operatori telefonici si siano prodigati al rispetto di quanto stabilito dalla normativa e, una volta a conoscenza dei propri diritti, l’utente può contattare più serenamente il gestore e avviare la procedura desiderata senza spiacevoli sorprese.