Tre curiosità sulla Grappa che sicuramente non conoscevi
Agosto 19, 2021La Grappa è il distillato più amato dagli italiani ed è il solo capace di competere con altri prodotti provenienti dalle produzioni mondiali. La sua storia povera e le sue umili tradizioni hanno riscoperto ai nostri giorni un vero e proprio culto per questo distillato.
La Grappa si può produrre solamente in Italia
Sul mercato oggi figurano nomi importantissimi come Berta, Sibona, Marzadro, tutti reperibili su www.saporideisassi.it, che qualificano il nostro Paese come un pregiato produttore di distillato di vinacce unico al mondo. Per godere del giusto riconoscimento l’acquavite di Vinacce italiana ha dovuto attendere fino al 2011, quando il Ministero delle Politiche Agricole ha attuato il regolamento Comunitario del 2008 che dava finalmente l’indicazione geografica protetta alla Grappa.
A tale proposito non tutti sanno che la Grappa si può chiamare in questo modo solamente nelle zone riportate sulla certificazione comunitaria di indicazione geografica protetta. Anche se esistono altre bevande alcoliche provenienti dalla fermentazione delle vinacce, quindi, queste saranno semplicemente “distillati” o “acquavite”. Il termine Grappa è riservato solamente ai distillati prodotti in Italia con uve provenienti dall’Italia.
L’ingrediente segreto della Grappa? Solo ottime vinacce
Le vinacce sono l’ingrediente principe per dare vita ad un’ottima grappa e, proprio per questo, le aziende investono grandi risorse nella ricerca di quelle più pregiate e nella loro attenta e scrupolosa conservazione. Ogni cento litri di vinaccia si possono ricavare circa sette o otto litri di grappa ma il vero segreto per ottenere un distillato morbido, profumato e avvolgente è quello di non spremerle troppo.
La questione però è quasi paradossale se consideriamo che la Grappa nasce in un contesto povero, durante il quale ai ricchi spettava l’uva mentre gli scarti venivano raccolti dai meno abbienti. Questi scarti sono proprio ciò che ha dato vita alla Grappa che conosciamo oggi e che tenta di conservare le sue umili origini contadine.
La ricerca delle vinacce migliori è talmente importante che alcune aziende investono ingenti risorse per ottenere le migliori in assoluto e per conservarle al meglio. Anche il minimo contatto con l’ossigeno può rovinarle per cui queste devono essere custodite sotto vuoto e alla temperatura ideale. Basta un piccolo errore nella conservazione a mandare all’aria tutta la produzione.
Non è il colore a determinare la qualità della Grappa
Il colore delle bevande alcoliche distillate viene spesso associato al pregio e alla qualità della bottiglia. A dire il vero questo può essere un grosso errore di valutazione come nel caso dei rum caraibici che hanno il colore ambrato più per l’aggiunta di caramello che per l’affinamento. Lo stesso discorso vale per le grappe italiane che, quando sono molto scure, ci danno una sola informazione: l’intensità del sapore di legno che la contraddistingue.
Quindi un colore più ambrato non è altro che il segno distintivo di un invecchiamento lungo ma questo non ne determina la reale qualità. Pensiamo al tè in bustina per esempio e a come funziona il processo di colorazione dell’acqua bollente: cosa accade quando immergi il filtro? L’acqua inizia a colorare e a rilasciare il profumo del te che sei in procinto di bere.
Tuttavia se userai meno acqua il te sarà più concentrato e saporito. Lo stesso vale con le botti. Più sono piccole e più il colore della grappa sarà persistente ma è vero anche che questa sfumatura ci darà informazioni solo sul sapore di legno.
Per la qualità delle vinacce e del distillato in generale dovrai osservarne l’odore e gli aromi sprigionati durante la degustazione. Ci sono grappe giovani totalmente trasparenti che non temono affatto il confronto con versioni più vecchie e aromatiche ma di qualità decisamente più scadente. Per imparare a riconoscere una buona grappa, quindi, dovrai degustarne parecchie!