Costi, vantaggi e svantaggi del biogas
Luglio 31, 2019Il biogas si ottiene dalla degradazione di diverse sostanze organiche in assenza di ossigeno (per questo motivo il processo di trasformazione viene definito digestione anaerobica). Dato il meccanismo di lavorazione e l’origine, il biogas è una delle fonti alternative di energia energetica e calorica rinnovabile maggiormente apprezzata.
Prima di capire se è conveniente sceglierlo, però, è bene capire in cosa consiste, quali siano i costi, gli svantaggi e i vantaggi.
Che cos’è un impianto per il biogas
Gli impianti per il biogas sono delle strutture che permettono di lavorare (bruciare) il biogas in totale sicurezza. Il biogas, infatti, è composto da diversi tipi di gas in quantità diversa tra loro (la concentrazione maggiore è comunque data dal metano) che derivano a loro volta dalla fermentazione batterica dei rifiuti di diverso tipo (siano essi organici o vegetali).
Per trasformare i rifiuti in energia, oltre agli impianti tradizionali, possono essere utilizzate delle strutture asettiche all’interno delle quali si trovano i batteri, che prendono il nome di fermentatori.
Il calore che proviene da questa fermentazione può facilmente essere utilizzato o convertito in elettricità, senza il bisogno di utilizzare altre fonti utilizzando un macchinario che prende il nome di cogeneratore. Il cogeneratore prevede la presenza di turbine a vapore e motori che attuano la trasformazione dei vari gas da energia meccanica a calore e elettricità.
Sfruttare il biogas permette quindi di diminuire l’inquinamente dell’aria e, di conseguenza, l’effetto serra.
I costi di un impianto per il biogas
Per la costruzione di un impianto per il biogas occorre valutare le varie spese connesse. Tra queste ci sono, oltre alla costruzione dell’impianto vero e proprio, anche i costi di gestione e i costi connessi alla biomassa e al trasporto.
Per la costruzione di un impianto a biogas occorre sapere che il costo varia al variare della potenza installata. In linea generale è comunque possibile dare qualche numero; in Italia il costo di un impianto di gradi dimensioni, ossia tra i 100 Kw e 1 MW varia dai 3.500 ai 4.500 euro a Kw mentre per gli impianti di piccole dimensioni (ossia fino a 100 Kw) il prezzo sale arrivando a toccare l’intervallo compreso tra 6.000 e 8.000 euro a Kw.
Dopo la spesa iniziale per la costruzione di un impianto a biogas devono essere sostenuti dei costi di gestione che, anche questa volta, variano in base alla potenza dell’impianto. Tra questi ci sono i costi diretti di gestione e manutenzione, i costi per il finanziamento dell’impianto e i costi di gestione straordinaria.
Pur essendo elementi naturali, il costo della biomassa, ossia della materia prima, deve essere comunque sostenuto. Il prezzo, in questo caso, varia nel caso in cui la biomassa venga auto-prodotta o acquistata sul mercato. Se la materia prima viene auto-prodotta, ossia coltivata su terreni di proprietà, vanno considerati i costi connessi alla coltivazione stessa, nel secondo caso vanno aggiunti i costi relativi all’affitto del terreno per la coltivazione. Infine vanno conteggiati anche i costi di trasporto della biomassa che dipende dalla distanza e dal carico.
Svantaggi di un impianto per il biogas
Gli svantaggi legati alla costruzione e alla gestione di un impianto per il biogas non sono molti ma vanno comunque presi in considerazione.
Tra gli svantaggi si hanno innanzitutto i costi che devono essere sostenuti per l’installazione, costi che si rivelano considerevoli soprattutto se non si ha a disposizione un terreno per la coltivazione della materia prima.
Uno degli altri svantaggi che non devono essere sottovalutati è legato al bisogni di un terreno di dimensioni importanti. Per coltivare la materia prima necessaria alla produzione di energia elettrica o calore, infatti, occorre avere un terreno di dimensioni pari o superiori a trecento ettari. Se si ha a disposizione uno spazio di tali dimensioni non si dovranno sostenere costi ulteriori altrimenti, tra le spese da sostenere, occorre valutare anche quelle legate all’affitto del terreno.
Tra gli svantaggi rientra poi quello legato al cattivo odore che la materia prima in fermentazione emana. Il biogas, infatti, deriva in linea generale da rifiuti che, con il passare del tempo, si trasformano in liquami che, ovviamente, emanano un odore cattivo. Questo impone, a chi desidera costruire un impianto per il biogas, scegliere un terreno lontano dai centri abitati.
Vantaggi di un impianto per il biogas
Dati i costi considerevoli che devono essere sostenuti per la costruzione dell’impianto a biogas e quelli di gestione, occorre elencare i vantaggi che possono derivare da una scelta simile.
Per prima cosa occorre elencare i vantaggi che si hanno nei confronti dell’ambiente. Il biogas, infatti, prevede l’utilizzo di materiali di scarto che altrimenti dovrebbero essere smaltiti in maniera diversa. Il biogas, inoltre evita un’ulteriore immissione di anidride carbonica nell’aria, come invece avviene per i tradizionali combustibili fossili.
Dal punto di vista ambientale i vantaggi sono, oltre all’utilizzo di materia prima di scarto inutilizzabile per altre attività, una diminuzione dell’inquinamento sia nel terreno che nell’aria, diminuzione dell’uso di fertilizzanti chimici necessari per la produzione di energia derivante da combustibili fossili, diminuzione di gas velenosi dispersi nell’aria e diminuzione dell’uso di combustibili fossili.
I vantaggi dell’utilizzo di un impianto per il biogas aumentano nel caso in cui lo stesso faccia riferimento a un’azienda agricola. Questo perché il processo di fermentazione in assenza di ossigeno previsto per la trasformazione dei rifiuti permette, al titolare di un’azienda di tipo agricolo, di utilizzare tutti gli scarti di lavorazione agricola e animale che un’azienda di questo tipo crea ogni giorno. Un’azienda agricola può inoltre utilizzare gli scarti per creare calore da usare per riscaldare gli ambienti di lavoro e quelli per la coltivazione.
Il digestato prodotto dalla fermentazione, inoltre, può essere utilizzato come fertilizzante naturale (ed economico) per le proprie coltivazioni.
Questo permette all’azienda stessa si essere totalmente indipendente dal punto di vista del fabbisogno energetico e quindi evitare le spese previste da un impianto di tipo tradizionale. Inoltre, in base a quanto previsto dalla normativa in merito, un’azienda che dispone di un impianto a biogas, può vendere l’energia che ha prodotto e che non ha consumato, ottenendo anche un incentivo economico per ogni Kw di energia elettrica prodotta (per un periodo di tempo massimo pari a 20 anni).